I materiali

23 Febbraio 2020 By administrator_PavGe

I materiali per pavimenti  esterni

Dovendo scegliere quale sia il materiale di finitura più idoneo da utilizzare per un ambiente esterno è opportuno sapere che i  pavimenti per esterno debbono avere le seguenti caratteristiche:

  • Durevoli nel tempo, ovvero in grado di sopportare  sollecitazioni, carichi e condizioni associate all’ambiente di destinazione per tempi prolungati;
  • Resistenti agli agenti atmosferici (sole, vento, pioggia, neve, ghiaccio, ecc.) ovvero alle dilatazioni termiche, agli sbalzi termici, all’abrasione, al gelo, ecc. ;
  • Sicuri dal punto di vista dello scivolamento  e della resistenza al fuoco;
  • Facilmente lavabili e pulibili;
  • Impermeabili.

Naturalmente è difficile che un materiale risponda a tutti i requisiti, ogni tipologia di pavimento avrà i suoi pregi e difetti per cui sarà scelta o scartata  a seconda delle situazioni progettuali. In relazione alla destinazione d’uso e  all’ambiente,  possono essere richiesti ulteriori requisiti relativi alla finitura superficiale (liscia o ruvida), alla forma geometrica, allo spessore, al colore,ecc.

I materiali più usati sono: la pietra, il legno, il laterizio, il cemento, la ceramica. Vediamo nello  specifico le caratteristiche di questi materiali.

  1. Pavimenti in laterizio. I pavimenti in laterizio sono quelli realizzati con mattoni o con pianelle.  I primi hanno forma di parallelepipedo, di dimensioni variabili (la misura più diffusa è 6x12x24 cm), sono  posti in costa secondo un disegno predefinito. Gli schemi di posa più ricorrenti sono  “a spina di pesce”, in  “diagonale”,  a “filari paralleli” sfalsati o a sorella. A seconda della qualità dell’argilla e  della cottura assumono colorazioni diversa; per questo motivo durante la posa si deve tenero conto degli accostamenti di colore ed evitare che si formino le cosidette “macchie di leopardo”.

 Le pianelle, nel maggior numero di casi,  hanno forma rettangolare e sono poste in piano; le dimensioni classiche sono di 15×30 cm, ma possono variare dal formato 20×40 cm al più quadrato 20×20 cm o 30×30 cm;  lo spessore è di circa 2-3cm; la finitura può essere  grezza, liscia o levigata. Lo schema di posa  delle pianelle risulta più articolato rispetto al mattone, in quanto si possono inserire delle cornici, delle fasce, degli inserti.  Anche le pianelle  dispongono di un’ampia scala cromatica, la cui tonalità varia dal giallo al bruno.

In entrambi i casi sono da preferire quei manufatti prodotti artigianalmente, fatti a mano, che conferiscono  all’ambiente un aspetto più naturale. Ai molti pregi bisogna segnalare anche alcuni difetti o limiti di impiego come l’eccessiva permeabilità  e la gelività. Sulle superfici si possono manifestare anche delle efflorescenze prodotte dai sali contenuti nelle argille. Chiaramente si possono praticare dei trattamenti per eliminare questi problemi ma in alcuni situazioni le macchie che si formano in superficie possono essere considerate un segno di vissuto. I pavimenti in laterizio sono da utilizzare in percorsi pedonali o di traffico leggero e limitato, gli ambienti più indicati sono le piazze, i cortili e gli spazi raccolti.

  • Pavimenti in ceramica. I pavimenti realizzati con materiali  ceramici sono oggigiorno i più diffusi, non solo per motivi economici ma di praticità. La ceramica, essendo un prodotto industriale, consente di realizzare pavimenti che rispondono a precise richieste di mercato relative al formato, allo spessore, al colore, ma soprattutto alla finitura. Ad esempio una finitura strutturata è ottima contro la scivolosità, una finitura bocciardata conferisce un aspetto molto simile alla pietra. La cottura è la fase più importante nel ciclo di produzione dei materiali ceramici:  può avvenire per monocottura o bicottura. A seconda delle materie prime utilizzate e delle lavorazioni subite, i pavimenti ceramici si dividono in: pavimenti a pasta porosa e pavimenti  a pasta compatta. I pavimenti a pasta porosa comprendono il cotto, le maioliche, il cotto forte, ecc.  mentre i pavimenti a pasta compatta la monocottura, il grès rosso, il grès porcellanato, il clinker. Un aspetto da tenere in considerazione è il fatto che il grès a impasto unico presenta  attraverso l’intera piastrella lo stesso colore, quindi in caso di rottura il danno estetico è minore.   La posa viene realizzata con malta cementizia o specifiche colle. Le fughe tra una piastrella e l’altra devono esser stuccate con idonei prodotti a base cementizia. E’ molto importante realizzare dei giunti o tagli tecnici in ragione di uno ogni 25 mq. Tanti sono i pregi dei pavimenti per esterni realizzati con piastrelle in ceramica, uno su tutti un’ “igiene sicura” in quanto facilmente pulibili con acqua. La durezza superficiale è sinonimo di resistenza all’abrasione e ai graffi. Ottima è la resistenza di questi prodotti alle macchie, alle muffe e ai carichi. Per quanto riguarda l’impermeabilità, l’antiscivolo o la gelività bisogna valutare singolarmente il tipo di prodotto. I  difetti sono legati al loro impiego: non possono essere utilizzati in presenza di carichi dinamici come il transito dei veicoli. Anche nel caso di impiego per percorsi pedonali è necessario ricorrere alla realizzazione di un fondo adeguato, solitamente un massetto di calcestruzzo più o meno armato. Lo stesso massetto deve poggiare su un sottofondo costituito da inerti di cava, costipati  e rullati, che garantiscano il massimo del drenaggio.  Il fatto di dover realizzare un massetto in calcestruzzo rende la posa dei pavimenti in ceramica più costosa di altre pavimentazioni.
  • Pavimenti in mattonelle di cemento.  I pavimenti realizzati con piastrelle di cemento sono costituiti da elementi prefabbricati il cui formato è generalmente quadrato e le dimensioni risultano di 20×20 cm o 25×25 cm, lo spessore è standard 2,5 cm. Queste piastrelle sono fabbricate con macchinari che stampano l’impasto di cemento nella forma e con la pressione voluta. La finitura superficiale può essere rustica, levigata, lavata o sabbiata.  E’ possibile realizzare queste piastrelle con un riporto superficiale in graniglia con marmi colorati, levigati o “a vista”. L’impiego  in ambienti esterni è limitato ai terrazzi e ai cortili. Sui terrazzi piani dei condomini l’uso della piastrella in cemento è molto frequente in quanto trattandosi di un manufatto a base cementizia, la dilatazione termica risulta molto bassa. La posa della piastrella, eseguita a calce, utilizzando un elemento separatore  (il neoprene o cartone bitumato), ha un ottimo comportamento nei confronti  della dilatazione delle membrane impermeabili sottostanti. Da qualche decennio si realizzano delle marmette di dimensioni maggiori, del formato di 40×40 cm o 50×50 cm e spessore 3,8 cm, chiamati in gergo edile “piastrelloni”. Possono essere posati  con malta cementizia o semplicemente posati  a secco su supporti rotondi in polipropilene; in questo caso vengono chiamati  “pavimenti galleggianti”. Il pregio del pavimento galleggiante è  la possibilità di ispezionare facilmente il piano di posa sottostante, risultando  particolarmente utile per verificare lo stato del manto impermeabile. Nella piastrella da 50×50 cm è inserito un rinforzo metallico che consente una migliore resistenza ai carichi e ai pesi. L’impiego dei piastrelloni  in ambienti esterno risulta vario: dal bordo piscina, al marciapiede attorno alla casa, ai cortili condominiali, ecc. I difetti principali sono la facilità a macchiarsi  e  a rompersi. 
  • Pavimento in getto di cemento. I pavimenti in getto di cemento si distinguono dalle pavimentazioni descritte ai punti precedenti perché hanno una destinazione prettamente industriale; raramente vengono utilizzati per ambienti privati, se  non in caso di rampe di accesso ai box o aree destinate al parcheggio. Il pavimento in getto di cemento avviene eseguendo un primo massetto in conglomerato cementizio dello spessore  di 10-12 cm , armato con rete elettrosaldata, e un secondo strato più sottile di usura, con malta cementizia ben stesa e battuta dello spessore di 1,5-2,0 cm. Sul secondo strato, realizzato con il sistema di “fresco su fresco”,  si potranno stampare dei motivi ornamentali. La finitura superficiale potrà essere colorata, con l’aggiunta di ossidi nell’impasto,  o di tipo ruvido (in gergo scopato)  o rigato, realizzata con il metodo dello spolvero. E’ consigliabile che lo strato di usura così finito sia impermeabilizzato per evitare che l’acqua piovana venga assorbita in profondità dal calcestruzzo, con conseguenti pericoli di degrado nel caso di gelate notturne. L’impermeabilizzazione può essere realizzata con un semplice trattamento impregnante-consolidante a base di resine epossidiche in fase solvente. E’ importante inoltre che il getto di calcestruzzo sia interrotto da giunti di dilatazione per prevenire le fessurazioni dovute alle inevitabili dilatazioni termiche e gli assestamenti del terreno. Il pavimento in getto risulta visivamente come una lastra monolitica e quindi è necessario predisporre le corrette pendenze, per evitare pericolosi ristagni d’acqua e favorire il convogliamento delle acque nei punti di raccolta. E’ buona norma, prima di realizzare il getto, assicurarsi che il sottofondo sia  ben rullato e bagnato e sia posto in opera un foglio di polietilene per favorire lo scorrimento  delle lastre e ridurre il coefficiente d’attrito. I vantaggi derivanti dall’impiego di una pavimentazione in getto di calcestruzzo sono la velocità di esecuzione e i costi contenuti, gli svantaggi il rischio di fessurazione della superficie, la mancanza di cromaticità delle finiture che conferiscono un aspetto “industriale” al pavimento.
  • Pavimenti in masselli di calcestruzzo.  I pavimenti in masselli di calcestruzzo vibro-compressi  costituiscono l’alternativa più interessante alla pietra naturale e al laterizio da un punto di vista del rapporto qualità prezzo. I masselli di calcestruzzo sono realizzati industrialmente mediante impiego di stampi che conferiscono all’elemento forme e finiture molto simili ai prodotti naturali e quindi alla pietra. Per garantire la resistenza a compressione superiore a  55 N/mm2 si sono sviluppate forme molto compatte, mentre per ridurre i rischi di rottura di trazione (indiretta)  a taglio è stato studiato  un adeguato rapporto tra la superficie di calpestio e lo spessore del massello. I masselli  autobloccanti sono facilmente  reperibili  in quanto ci sono industrie di prefabbricati  cementizi  in tutte le regione Italiane. La grande diffusione e impiego di questi materiali in spazi pubblici a verde attrezzato e aree ludiche è dovuta alla possibilità di creare disegni e di differenziare i percorsi, oltra alla capacità del materiale di armonizzarsi con il contesto, in virtù di trattamenti che simulano anche l’invecchiamento naturale. I vantaggi derivanti dall’impiego di una pavimentazione in masselli autobloccanti sono il costo contenuto, la facilità di posa, la possibilità di rimozione e successivo riuso nel caso si debba per qualsiasi motivo intervenire con scavi o modifiche delle quote di sistemazione; gli svantaggi sono il trasporto e la movimentazione dei masselli che deve essere eseguita  con attrezzature idonee, l’efflorescenze che possono comparire sulla superficie del massello per effetto dei salnitri presenti negli inerti.
  • Pavimenti in legno: Sele pavimentazioni in legno per ambienti interni sono in uso da tempi remoti, quelle per uso esterno sono più recenti; le ragioni sono legate alla reperibilità del materiale, ai costi, ma soprattutto alla manutenzione. Oggi grazie alla globalizzazione  è possibile utilizzare legni di pregio provenienti da tutto il mondo a costi contenuti. Essenze  come il teak, il doussiè, l’iroko,  il douglasia, il larice sono le più utilizzate per terrazze, percorsi pedonali, aree attrezzate, pontili, zona piscine e relax.  Le pavimentazioni in legno per esterno essendo sottoposte  agli agenti atmosferici, devono risultare durevoli  e resistenti  alle abrasioni e all’usura.  La posa necessita della preparazione del sottofondo costituito per lo più da un massetto di calcestruzzo nel quale vengono annegati i magatelli sui quali vengono fissati  successivamente i listoni.  Un altro sistema di posa è quello di predisporre  un’orditura o dei traversi. E’ necessario che la sottostruttura risulti robusta, i magatelli posti ad interasse non superiore a 50 c e che si eseguano opere di manutenzione costante, come il trattamento dei listoni con impregnante specifico almeno 1-2 volte l’anno. Per evitare il rischio di alterazioni, dovute al formarsi di funghi e muffe, occorre assicurarsi che l’acqua defluisca facilmente mediante  un’ accurata preparazione del sottofondo, realizzando le giuste pendenze.

Per quanto riguarda i formati più comuni il parquet per esterno è reperibile in:

  • Listoni, utilizzati per superfici  irregolari, giardini, percorsi, bordi piscina;
  • Mattonelle o quadrotte,assemblate preventivamente e utilizzate per superfici regolari come terrazzi, pergolati, gazebi, ecc.

I listoni, in legno massiccio, devono avere uno spessore non inferiore a 20 mm,  una larghezza non superiore a 9-10 cm ed una lunghezza di circa 3,00 m; è bene che i bordi siano arrotondati e la superficie zigrinata, ovvero presenti  delle scanalature per garantire una migliore aderenza alle superfici di contatto (antiscivolo). La distanza suggerita tra un listone e l’altro è di 10 mm. La levigatura nel senso dello spessore  consente un migliore allineamento tra i listoni. Rispetto a tutte le altre pavimentazioni  il legno necessita di una manutenzione costante, anche di semplice scopatura.  Il legno dà ottimi risultati dal punto di vista estetico, gradevole a vedersi,  merito dei colori caldi e delle nervature naturali che lo attraversano.

  • Pavimenti in materiale lapideo:  Da sempre la pietra è considerata il materiale da rivestimento per eccellenza, grazie alla sua principale caratteristica: la durabilità. Oggi per motivi principalmente economici la pietra è stata sostituita con altri materiali realizzati industrialmente che consentono di abbattere i costi di produzione. Malgrado questo le pavimentazioni  in pietra conservano il loro fascino in particolare nei centri storici o in ambienti  privati nei quali si vuole ricreare ambientazioni di pregio. L’ Italia è ricca di cave dove vengono estratti materiali lapidei in grandi quantità e per gli usi più diversi,  a volte in modo eccessivo, senza curarsi troppo dell’ambiente circostante. Per questo e per  altri motivi sono state approvate nel 2009 le norme UNI 11322 che definiscono in modo chiaro le linee guida relative all’utilizzo delle pietre ornamentali per rivestimento sia interno che esterno a cui debbono attenersi gli operatori del settore.  Quando si sceglie un pavimento per esterno è bene che si sappia che le norme Uni differenziano la pietra a seconda dell’uso:pedonale civile abitazione, pedonale occasionalmente veicolare, veicolare leggero, veicolare pesante, veicolare molto pesante. La norma UNI 9379 definisce la classificazione e le distinzioni più significative dei rivestimenti lapidei per pavimenti in base alla finitura: levigatura, lucidatura, fiamma tura, bocciardatura, sabbiata, water jet, a spacco naturale. In base all’effetto estetico la pietra  può essere a campo uniforme, a campo disegnato, a campo disegnato con inserti; in base all’esecuzione dei giunti può essere a giunto aperto o a giunto chiuso; in base allo strato di allettamento può essere posata su letto di adesivo, su letto di frantumanto di roccia, su letto di malta, su letto di sabbia; in base al tipo di disegno geometrico può essere  a correre, a misura fissa, a opus incertum, a opus romanum, a seminato, a mosaico. I vantaggi nell’ impiego della pietra sono sicuramente quelli legati alla durata e all’ ottimo comportamento di fronte agli agenti atmosferici. Gli svantaggio sono rappresentati dalla poca praticità di posa, dal peso e dai costi  del materiali e di posa più elevati degli altri materiali.