Le pavimentazioni nei centri storici.
Le pavimentazioni che rivestono le
strade e gli spazi pubblici possono genericamente essere suddivise in
pavimentazioni “storiche” e pavimentazioni “moderne”. La differenza tra le pavimentazioni che fanno parte del
primo gruppo e quelle del secondo non è solo la natura dei materiali impiegati ma anche la tecnica di realizzazione. Tra le
pavimentazioni storiche possiamo comprendere il basolato, i selciati, i lastricati,
i pavè, il mattonato, l’acciottolato, mentre tra le pavimentazioni moderne
l’asfaltatura e il calcestruzzo, che possono essere realizzati sia gettati in opera che in forma di elementi
prefabbricati.
Anticamente
i Romani utilizzavano un tipo di pavimentazione stradale chiamata basolato che
venne impiegato tanto per le vie dell’urbe, quanto per le vie consolari, ovvero per tutte le strade che
collegavano Roma con le varie regioni dell’Impero. La basola è una lastra di roccia di
origine vulcanica o calcarea, o altra pietra tenace, di notevole peso e
dimensioni e di
eccezionale durezza, non segabile ma solo scalpellabile; spesso tale pietra
veniva lavorata a martellina per ottenere la complanarità desiderata. Nei
secoli successivi le tecniche romane vennero migliorate, anche grazie all’impiego di materiale lapideo che consentiva
una maggiore lavorabilità.
A partire dal secondo dopoguerra, l’ incremento
esponenziale del traffico veicolare sia leggero che pesante ha favorito
l’utilizzo di pavimentazioni di tipo industriale, come i manti bituminosi e i
calcestruzzi. Oggi l’industria edile realizza manufatti in cemento o ceramica
che riproducono fedelmente le caratteristiche dei materiali lapidei.
In questi ultimi decenni molte amministrazioni
comunali hanno deciso di utilizzare negli interventi di riqualificazione dei centri storici
materiali lapidei locali o materiali che avessero una continuità storica con il
contesto architettonico. L’ alto costo
dei materiali lapidei, la chiusura di quasi tutte le cave estrattive, la ricorrente manutenzione degli impianti posti
in sottosuolo, non consentono un corretto impiego e durabilità delle
pavimentazioni “storiche”. Forse un giusto compromesso potrebbe essere quello
di impiego misto di pavimentazioni storiche e moderne. A tale proposito, abbiamo realizzato due fotomontaggi
applicando la tecnica della pavimentazione mista. Nel primo esempio, è stata presa
in considerazione una tipica creuza genovese, nella quale il selciato sconnesso
situato lungo il transito veicolare è stato sostituito con un manufatto in
calcestruzzo “lithos”, che riproduce nella forma un aggregazione di ciottoli. La
superficie del lithos è stata spianata
per garantire la complanarità e bocciardata per renderla antisdrucciolo mentre la stuccatura tra i
vari elementi avviene utilizzando sabbie polimeriche che garantiscono un
elevata adesività ma restano permeabili e drenanti. Nel secondo esempio, è stato preso in esame una
via del centro storico di un paesino in Puglia. Nella parte centrale della sede
stradale pedonale è stato utilizzato sempre
il lithos mentre e come cornice perimetrale sono state impiegate lastre regolari
di pietra calcare di Soleto. La
luminosità naturale, il contrasto con i conci in pietra a vista dei prospetti delle
case, l’assenza di insegne di attività commerciali, sono aspetti fondamentale per far risaltare le
due tipologie di materiale impiegato.
E’ compito del progettista valutare caso
per caso con quali materiali può essere
pavimentata una strada, un vicolo
o una piazza del centro storico. Si dovrà
tenere conto della reperibilità del materiale lapideo, delle cave presenti
nelle vicinanze, della tipologia del
traffico, delle attività commerciali in sito, delle utenze in
sottosuolo, degli arredi e dei servizi urbani presenti, della luminosità artificiale,
del soleggiamento naturale, dell’altezza
e delle volumetrie degli edifici esistenti e dei monumenti.