La durabilità di una pavimentazione dipende non solo dalla qualità del
materiale impiegato ma in buona parte
dalla presenza o meno dei giunti che la delimitano e dal modo in cui essi
vengono realizzati. Le norme UNI 8381 definiscono i giunti di costruzione, le
UNI 2752 definiscono i giunti di contrazione o di controllo, le UNI 2752 i
giunti di dilatazione. E’ altrettanto vero che queste linee o tagli che
interrompono la pavimentazione costituiscono facili punti di degrado. I principali
motivi del degrado sono rappresentati dalle ruote dei veicoli, dall’
imbarcamento del singolo elemento o lastra, dal cedimento del sottofondo a
causa di fenomeni naturali o indotti da interventi contestuali. In relazione al
fatto che ci si possa trovare in un ambiente
interno piuttosto che esterno, avremo un diverso comportamento del
movimento della pavimentazione. Su un piazzale o su una strada la valutazione
dell’escursione termica è determinante per calcolare e definire il numero e le
dimensioni del giunto di dilatazione. In un capannone o comunque in un ambiente
chiuso è importante controllare il comportamento del ritiro del calcestruzzo
per effetto dell’umidità presente nell’ aria, dell’aria secca del riscaldamento
o della semplice circolazione dell’aria nell’ambiente.
I giunti una volta realizzati seguendo tutte le indicazioni delle
normative UNI devono essere sigillati. Il materiale utilizzato è in funzione non
solo del tipo di pavimentazione realizzata ma anche in funzione del tipo e
dell’ intensità del transito. L’utilizzo ad esempio di veicoli con ruote piccole
come i transpallet induce a utilizzare la tecnica del “riempimento” dell’
intera sezione del giunto anziché la
semplice sigillatura. Questa avverrà con prodotti semirigidi allo scopo di
contrastare lo sforzo al taglio esercitato dalle ruote. Nel caso di pavimentazioni a base di
calcestruzzo potranno essere impiegate sigillanti a base di resina
poliuretanica, di bitume colato a caldo; i preformati in gomma o PVC sono
validi in caso di traffico pedonale. Nel caso di pavimentazioni in pietra è
possibile utilizzare del bitume colato a caldo, oltre a tutte le malte
premiscelate a base cementizia attualmente in commercio.
Quasi tutte le pavimentazioni per esterno, ad esclusione dell’asfalto,
necessitano della realizzazione di un sottofondo costituito da conglomerato
cementizio che per i motivi sopra esposti richiede la realizzazione dei giunti sia di costruzione che di contrazione. L’errore
che l’impresa commette più di frequente
è quello di non realizzare detti giunti, dal momento che poi sopra verrà realizzata una nuova
pavimentazione, e spesso, anche nel caso
della loro realizzazione, i giunti della pavimentazione che viene realizzata
sopra non coincidono con quelli della soletta sottostante. Tutte queste mancate
attenzioni fanno si che la pavimentazione nel giro di qualche anno
richieda interventi manutentivi, il più
delle volte molto costosi.
Le pavimentazioni realizzate con elementi autobloccanti eliminano in
parte tutte queste problematiche, perché hanno i seguenti vantaggi: gli
elementi che compongono la pavimentazione sono di dimensioni ridotte e facili
da gestire, sono posate a secco su idoneo sottofondo non in calcestruzzo, la
fuga naturale che si determina tra un elemento e l’altro costituiscono già un
giunto naturale.