I giunti nelle pavimentazioni

7 Aprile 2020 By Federica Calabria

La durabilità di una pavimentazione dipende non solo dalla qualità del materiale impiegato ma  in buona parte dalla presenza o meno dei giunti che la delimitano e dal modo in cui essi vengono realizzati. Le norme UNI 8381 definiscono i giunti di costruzione, le UNI 2752 definiscono i giunti di contrazione o di controllo, le UNI 2752 i giunti di dilatazione. E’ altrettanto vero che queste linee o tagli che interrompono la pavimentazione costituiscono facili punti di degrado. I principali motivi del degrado sono rappresentati dalle ruote dei veicoli, dall’ imbarcamento del singolo elemento o lastra, dal cedimento del sottofondo a causa di fenomeni naturali o indotti da interventi contestuali. In relazione al fatto che ci si possa trovare in un ambiente  interno piuttosto che esterno, avremo un diverso comportamento del movimento della pavimentazione. Su un piazzale o su una strada la valutazione dell’escursione termica è determinante per calcolare e definire il numero e le dimensioni del giunto di dilatazione. In un capannone o comunque in un ambiente chiuso è importante controllare il comportamento del ritiro del calcestruzzo per effetto dell’umidità presente nell’ aria, dell’aria secca del riscaldamento o della semplice circolazione dell’aria nell’ambiente.

I giunti una volta realizzati seguendo tutte le indicazioni delle normative UNI devono essere sigillati. Il materiale utilizzato è in funzione non solo del tipo di pavimentazione realizzata ma anche in funzione del tipo e dell’ intensità del transito. L’utilizzo ad esempio di veicoli con ruote piccole come i transpallet induce a utilizzare la tecnica del “riempimento” dell’ intera sezione del giunto  anziché la semplice sigillatura. Questa avverrà con prodotti semirigidi allo scopo di contrastare lo sforzo al taglio esercitato dalle ruote.  Nel caso di pavimentazioni a base di calcestruzzo potranno essere impiegate sigillanti a base di resina poliuretanica, di bitume colato a caldo; i preformati in gomma o PVC sono validi in caso di traffico pedonale. Nel caso di pavimentazioni in pietra è possibile utilizzare del bitume colato a caldo, oltre a tutte le malte premiscelate a base cementizia attualmente in commercio.

Quasi tutte le pavimentazioni per esterno, ad esclusione dell’asfalto, necessitano  della realizzazione  di un sottofondo costituito da conglomerato cementizio che per i motivi sopra esposti richiede la realizzazione dei giunti  sia di costruzione che di contrazione. L’errore che l’impresa  commette più di frequente è quello di non realizzare detti giunti, dal momento  che poi sopra verrà realizzata una nuova pavimentazione, e  spesso, anche nel caso della loro realizzazione, i giunti della pavimentazione che viene realizzata sopra non coincidono con quelli della soletta sottostante. Tutte queste mancate attenzioni fanno si che la pavimentazione nel giro di qualche anno richieda  interventi manutentivi, il più delle volte molto costosi.

Le pavimentazioni realizzate con elementi autobloccanti eliminano in parte tutte queste problematiche, perché hanno i seguenti vantaggi: gli elementi che compongono la pavimentazione sono di dimensioni ridotte e facili da gestire, sono posate a secco su idoneo sottofondo non in calcestruzzo, la fuga naturale che si determina tra un elemento e l’altro costituiscono già un giunto naturale.